Psicologo, filosofo e fisico tedesco. Figlio di un pastore protestante, si
recò giovanissimo a Lipsia per studiare medicina. Laureatosi in Medicina,
si diede, nonostante difficoltà economiche, agli studi di fisica e nel
1834 diveniva professore ordinario di Fisica all'università di Lipsia;
tenne la cattedra solo per sei anni, perché una grave malattia nervosa,
che lo aveva colpito soprattutto agli occhi per gli sforzi compiuti nello studio
dei fenomeni luminosi, ne compromise gravemente la vista. Guarì
insperatamente tre anni dopo; e nel 1846 ritornò all'insegnamento,
ricoprendo la carica di professore di filosofia; gli interessi filosofici lo
assorbirono interamente negli anni della malattia, e così ebbe inizio il
periodo della sua speculazione filosofico-metafisica. La concezione panteistica
e panpsichistica da lui sostenuta lo portava ad ammettere l'anima anche negli
organismi inferiori, e a concepire animata la terra intera, e al tempo stesso a
negare la concezione monadistica di anime separate, concependo invece tutte le
forme individuali come gradi relativi di animazione entro l'ambito di quello
spirito superiore e onnicomprensivo che è Dio. Ciò che diede la
maggiore celebrità al
F. fu, più tardi, la creazione della
psicologia sperimentale. Studiando i legami tra le serie dei processi fisici e
di quelli psichici, arrivò a determinare un rapporto matematico tra la
sensazione e lo stimolo, la cosiddetta legge di
F.-Weber, che egli aveva
chiamato di Weber in onore del fisiologo che fu suo maestro (Gross-Särchen
1801 - Lipsia 1887).